In questo post parliamo brevemente della centrale di allarme.
La centrale deve essere adeguata al livello ed al tipo di impianto, rispondere al grado di sicurezza desiderato e deve risultare dimensionata al numero dei sensori.
E’ il vero cuore del sistema, può comunicare con i vari sensori tramite collegamento filare oppure tramite trasmissione radio (in questo caso si parla di sistema wireless) oppure le più versatili, che si definiscono ibride, possono supportare sensori collegati a filo o wireless indistintamente, permettendo di sfruttare le predisposizioni filari dove presenti e di ampliare con ulteriori periferiche nei punti dove non sono previste le predisposizioni filari.
Come tutti i dispositivi esistono vari tipi di centrali di allarme, da quelle più semplici destinate ad un pubblico “fai da te”, con protocolli di comunicazione low cost e programmazione molto rapida alla portata di tutti, e centrali di allarme professionali molto più complesse che necessariamente devono essere installate da professionisti del settore.
Le differenze percepite a livello estetico tra le varie centrali di allarme sono spesso trascurtabili in quanto prettamente tecniche, per cui generalmente risulta veramente difficile per un pubblico non esperto orientarsi tra la giungla di proposte commerciali. Senza voler entrare in tecnicismi esasperati ma solo come esempio, difficilmente un cliente potrà percepire ” a vista” la differenza di quarzatura e di frequenza tra due centrali apparentemente simili, o la possibilità di effettuare collegamenti a doppio o triplo bilanciamento o di valutare l’effettiva qualità del protocollo antiscanner di una o dell’altra.
Suggeriamo a tal proposito di valutare sempre la presenza della casa costrutrice della centrale di allarme tra gli operatori storici della sicurezza (ad esempio verificandone la presenza alle fiere di settore).
Le centrali più recenti sono pilotate da un microprocessore che permette svariate funzioni tra cui la segnalazione di incendio e allagamento, l’esecuzione di comandi tecnologici (ad esempio attivazione di caldaie per riscaldamento), o la possibilità di permettere l’accesso di alcune zone protette a degli utenti secondari (personale di servizio, polizia privata).
Alcuni modelli sono inoltre telegestibili a distanza tramite PC, Tablet, Smartphone ed altri dispositivi collegati a Internet. A tal proposito è fondamentale chiedere delucidazioni in merito ai protocolli di sicurezza adottati dai server di appoggio alla centrale di allarme.
Nel prossimo Post parleremo di “Il collegamento a distanza”
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